Abafi: il primo romanzo storico ungherese

“𝐷𝑒𝑣𝑜 𝑝𝑟𝑜𝑡𝑒𝑔𝑔𝑒𝑟𝑡𝑖 𝑑𝑎 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑐ℎ𝑒 𝑝𝑒𝑟𝑖𝑐𝑜𝑙𝑜, 𝑑𝑒𝑣𝑜 𝑐𝑜𝑚𝑏𝑎𝑡𝑡𝑒𝑟𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑡𝑒 𝑠𝑜𝑙𝑜 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑟𝑜 𝑑𝑖𝑒𝑐𝑖? 𝐶𝑜𝑠𝑎 𝑡𝑖 𝑝𝑟𝑒𝑜𝑐𝑐𝑢𝑝𝑎?»
«𝐼𝑙 𝑚𝑜𝑛𝑑𝑜, 𝑖𝑙 𝑝𝑜𝑝𝑜𝑙𝑜, 𝑚𝑒 𝑠𝑡𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑒 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑜 𝑖𝑙 𝑟𝑒𝑠𝑡𝑜» 𝑟𝑖𝑠𝑝𝑜𝑠𝑒 𝐴𝑏𝑎𝑓𝑖, 𝑠𝑏𝑎𝑡𝑡𝑒𝑛𝑑𝑜 𝑖𝑙 𝑝𝑢𝑔𝑛𝑜 𝑠𝑢𝑙 𝑡𝑎𝑣𝑜𝑙𝑜”

Abafi, Miklós Jósika

Abafi di Miklós Jósika, pubblicato in Italia per la prima volta nel 2020 da Ali Ribelli, è il primo romanzo storico ungherese, oltre che un classico poco conosciuto dell’Europa orientale.

L’autore

Miklós Jósika nacque in Pannonia nel 1794 in una famiglia benestante, suo padre era barone.
Studiò legge e si arruolò nella cavalleria austriaca contro l’esercito napoleonico.
Alcuni anni dopo si impegnò in politica e scrivendo, tutte attività che fede fino alla sua morte, nel 1864.

Mentre in Europa Mary Shelley aveva concepito Frankenstein e Jane Austen tratteggiava la vita delle signorine Bennet, Jósika fu probabilmente influenzato da Ivanhoe di Walter Scott, padre del romanzo storico. Da qui prese ispirazione per scrivere la prima e la più importante delle sue opere, soprattutto novelle romantiche.

L’opera

Abafi fu pubblicato per la prima volta a Budapest nel 1836.

Abafi, Miklós Jósika

Il racconto è ambientato in un’epoca passata che rievoca atmosfere cavalleresche, corti popolate da dame vestite di broccati preziosi e cavalieri dalle armi splendenti.
La storia è animata da un principe capriccioso, una guerra contro i turchi, quasi come una crociata ma senza fede, e intrecci amorosi tra chi fugge e chi insegue.

È in questo contesto che Olivér Abafi, protagonista del romanzo, affronta un percorso di crescita interiore che lo porta a diventare un eroe, uomo meritevole e simbolo di perfezione.
Il suo personaggio mi ha ricordato gli eroi greci, dediti all’onore, ma anche il tipico giovanotto un po’ scapestrato e irrequieto che finalmente trova il suo posto nel mondo.

Ma non ci sono solo scontri o intrighi di palazzo: l’amore, la devozione, l’amicizia e la passione animano il romanzo e intrigano il lettore. Quattro sono le donne che ruotano attorno al protagonista e fino all’ultimo il lettore non sa quale di queste avrà la meglio su di lui. Mi ha ricordato l’Orlando Innamorato, con il suo turbinio di fughe e inseguimenti d’amore. La stessa dinamicità la ritroviamo in questa lettura, con un finale davvero imprevedibile!

Considerazioni personali

La storia mi è piaciuta moltissimo. Forse un po’ lenta a partire, ma poi diventa travolgente, risucchiandomi in un vortice senza fine. E quando è finita, mi ha lasciata orfana di Olivér e dei suoi guai, delle sue spasimanti e delle sue ambizioni, così come dei suoi dubbi e delle sue insicurezze.

Non conoscevo questo testo e questo autore, ma sono diventati a tutti gli effetti parte della mia libreria dedicata ai classici e Abafi è diventato uno dei miei libri preferiti: la trama è intrecciata alla perfezione, addirittura ad anello perché alla fine svela ciò che era rimasto in sospeso all’inizio, storie d’amore non scontate e un protagonista umano e straordinario insieme.

Lascia un commento